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Che cos'è e perché compare la nevralgia dentale?

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Sono numerose le cause che possono essere alla base della nevralgia ai denti: lo stress o una carenza di sali minerali e vitamine, per esempio, ma anche condizioni patologiche come la sclerosi multipla o la presenza di una massa tumorale potenzialmente in grado di danneggiare la guaina mielinica che riveste il nervo trigemino, il quale - di conseguenza - viene compresso e diventa dolorante.

Nevralgia dentale

Lo stesso invecchiamento è uno degli agenti eziologici più comuni: non è un caso che questo tipo di nevralgia si manifesti in modo particolare dopo i 40 anni di età.

I vasi sanguigni diventano lassi e sempre più deboli con il trascorrere del tempo, arrivando ad appoggiarsi direttamente sui nervi: tale condizione comprime i nervi stessi, i quali - di conseguenza - si infiammano.

Da cosa dipende una nevralgia dentale?

La nevralgia ai denti può essere innescata anche da problemi di pressione: non si parla di pressione del sangue, ma di una vera e propria pressione esercitata sui denti come quella tipica del bruxismo, il fenomeno che consiste nel digrignamento dei denti durante il riposo notturno.

La comparsa del dente del giudizio - noto anche con il nome di terzo molare -, la rottura di un dente o la presenza di un dente devitalizzato sono ulteriori possibili cause di una nevralgia.

Non solo: perfino il cosiddetto fuoco di Sant'Antonio può avere un ruolo da questo punto di vista, con l'herpes zooster che colpisce il trigemino.

Come si cura la nevralgia ai denti?

Che sia colpa di una infiammazione del nervo mandibolare o di un'altra condizione patologia, la nevralgia ai denti nella maggior parte dei casi viene curata con un trattamento farmacologico, e in particolare con farmaci che hanno lo scopo di placare, e poi di far sparire in modo definitivo, i sintomi della nevralgia che sono fonte di dolore.

A seconda dei casi si può ricorrere alla codeina o alla morfina, ma anche alla fenitoina o all'ossicodone.

Il trattamento chirurgico è l'extrema ratio a cui si deve ricorrere nel caso in cui il trattamento farmacologico non sia tollerato dal paziente o si riveli non efficace.

Si tratta, comunque, di interventi poco invasivi: basti pensare, ad esempio, alla termorizotomia trigeminale a radiofrequenza, un’interruzione di quella parte del nervo trigemino che è responsabile del dolore, attraverso una fonte di calore, prodotta dalla corrente a radiofrequenza.

Dr. Franco Massimo Casella - Corso Toscana, 107 - 10151 Torino - P.IVA 08285070010
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