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Denti del Giudizio o Ottavi

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Il nome dente del giudizio (dal latino “dens sapientiae”) deriva dal fatto che compaiono fra i 16 e i 24 anni (ma in alcuni casi anche più tardi).

I denti del giudizio, chiamati anche “ottavi”, sono in genere quattro denti molari (terzo molare superiore, terzo molare inferiore, rispettivamente a sinistra e a destra).
In caso di iperdentia o ipodentia il numero può variare e si hanno rispettivamente più o meno dei canonici quattro denti.

A volte può capitare che un dente del giudizio rimanga incluso o semincluso, mancando di spuntare in modo adeguato. Tale mancata eruzione è dovuta principalmente a due fattori:

  • al dente manca il posto per erompere;
  • il suo asse di crescita non è correttamente orientato e il dente cresce in posizione orizzontale, facendo pressione sul dente contiguo e dando origine in questo modo a dolore e ad altre patologie dentarie come ascessi, cisti, carie e pericoronite (un’infiammazione acuta della gengiva che circonda il dente).
Secondo alcune credenze, i denti del giudizio sarebbero una sorta di “relitti” del passato; poco utili al giorno d’oggi, in cui gli alimenti di cui ci nutriamo sono decisamente più molli e facili da masticare rispetto a quelli che erano presenti nel passato.
Deriverebbero da qui le variazioni e imperfezioni a cui è spesso soggetta la crescita di questo tipo di denti. Non sappiamo quanto questa ipotesi sia scientificamente valida; quello che è certo, tuttavia, è che le dimensioni delle mascelle e delle mandibole umane si sono sensibilmente ridotte rispetto al passato, lasciando poco spazio a disposizione per lo sviluppo del dente del giudizio.

I denti del giudizio vengono spesso estratti, a volte anche in assenza di sintomi, a scopo solamente cautelativo. In presenza di dolore o patologie in corso, invece, l’estrazione rappresenta un intervento più o meno complicato a seconda di vari fattori e delle condizioni generali dell’apparato masticatorio. A parità di condizioni, il dente superiore viene estratto in modo più semplice rispetto a quello inferiore e l’intervento risulta meno ostico nei pazienti giovani. L’intervento estrattivo potrà essere effettuato con diversi tipi di anestesia e con o senza punti di sutura. L’estrazione più semplice è sicuramente quella dei denti del giudizio completamente fuoriusciti, la quale non implica alcun accorgimento particolare (a parte ovviamente l’uso di anestetico in anestesia locale).

Dopo l’intervento di estrazione il decorso è di solito abbastanza veloce. Si possono verificare gonfiori e perdite di sangue anche per svariate ore dopo l’intervento. Tali perdite di sangue, se in dose moderata, sono da considerarsi normali, soprattutto dopo le primissime ore dall’intervento. Si consiglia in questi casi di non usare fazzoletti di carta o ovatta per tamporare la ferita, ma di preferire garze sterili o fazzoletti di stoffa, preferibilmente inumiditi.
La carta e l’ovatta, infatti, potrebbero attaccarsi alla ferita e causarne la riapertura nel momento in cui vengono rimossi.
Per rendere più rapido il processo di cicatrizzazione ed attenuare un minimo la sensazione di dolore è anche consigliabile fare impacchi di ghiaccio; mentre il buon senso invita ad evitare, durante il decorso, il consumo di alcol, caffè, sigarette e cibi molto caldi.

Dr. Franco Massimo Casella - Corso Toscana, 107 - 10151 Torino - P.IVA 08285070010
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